Domande pag. 311, 312 e 313

Domande pagina 311, 312 e 313

PAGINA 311

  1. Che cos'è che la «coscienza constata senza fatica tutte le volte che, per analizzare la memoria, segue il movimento stesso della memoria»?
    La coscienza constata che la memoria non è un deposito statico di ricordi, ma un flusso dinamico che si attualizza nel presente. Seguendo il movimento della memoria, si comprende che essa è un processo continuo di rievocazione e ricostruzione.

  2. Di che tipo è il procedere della memoria?
    La memoria procede in modo fluido e continuo, non per segmenti separati, ma come una durata che si sviluppa nel tempo. Non è una semplice registrazione di dati, ma una rielaborazione costante del passato in funzione del presente.

  3. Qual è l'atteggiamento con cui ci disponiamo a ricevere un ricordo?
    L'atteggiamento è quello dell’attenzione e della concentrazione. Per evocare un ricordo, è necessario un certo grado di tensione mentale, come se la coscienza dovesse "mettere a fuoco" il passato per renderlo nuovamente vivido.

  1. Bergson afferma che nessuno dei tre termini in cui è suddivisa la memoria si può produrre «isolatamente». Spiega che cosa intende con questa espressione.
    Bergson distingue tra memoria pura, memoria abituale e percezione. Con questa affermazione vuole dire che questi elementi non esistono separatamente: la memoria pura è legata alla memoria abituale e alla percezione del presente. Il ricordo non è mai totalmente separato dalla percezione attuale, e il passato viene rievocato sempre in funzione del presente.

  2. Per descrivere l'apparire del ricordo, l'autore ricorre al paragone con la messa a fuoco della macchina fotografica. Individua tale similitudine e spiegane il significato.
    Bergson paragona il ricordo a un’immagine che, come nella messa a fuoco fotografica, emerge progressivamente dalla vaghezza all'ordine. Questo significa che la memoria non è immediata e perfettamente definita, ma necessita di un processo di chiarificazione per essere percepita in modo nitido.

  1. Bergson sostiene che il ricordo «con le sue profonde radici rimane attaccato al passato». Commenta questa affermazione esponendo il tuo punto di vista in proposito.
    Bergson vuole sottolineare che il ricordo è strettamente legato al passato e non si dissolve nel presente. Tuttavia, la memoria non è un archivio immobile: i ricordi riaffiorano e si trasformano continuamente a seconda delle esigenze della coscienza. Possiamo collegare questa idea alla nostra esperienza personale: spesso i ricordi non emergono in modo casuale, ma vengono evocati in base al contesto attuale e alle emozioni che proviamo. In un certo senso, il passato è sempre vivo dentro di noi e influenza il nostro presente.

PAGINA 312 

  1. Che cos'è la vita?
    La vita, secondo Bergson, è un movimento creativo e dinamico guidato dallo slancio vitale, una forza che spinge l’evoluzione e la diversificazione delle forme viventi.

  2. Come si presenta il movimento a cui dà impulso lo slancio vitale?
    È un movimento continuo e imprevedibile, caratterizzato da creatività e adattamento, che porta alla trasformazione incessante della realtà biologica.

  3. Quali sono i due aspetti indicati come "necessari" nell'evoluzione creatrice?
    La libertà, che permette variazioni e innovazioni, e la contingenza, che introduce elementi imprevedibili nel processo evolutivo.

  1. L'autore afferma che è grande, nell'evoluzione, la parte che spetta alla «contingenza»: chiarisci che cosa intende con questa espressione.
    Intende che l’evoluzione non segue un piano prestabilito, ma è influenzata da fattori accidentali e imprevedibili che determinano le direzioni che essa assume.
  1. Esprimi la tua valutazione in merito all'immagine dell'universo bergsoniano caratterizzato dalla libertà e dalla casualità. Quale ripercussione può avere questa prospettiva a livello esistenziale?
    L’idea di un universo basato su libertà e casualità suggerisce che la vita non sia rigidamente determinata, ma aperta al cambiamento. A livello esistenziale, ciò implica che l’essere umano è responsabile delle proprie scelte e può creare il proprio destino senza essere vincolato a leggi predeterminate.

PAGINA 313

  1. In che senso «la sorte della coscienza non è affatto legata alla sorte della materia cerebrale»
    Bergson distingue la coscienza dalla materia: mentre il cervello è un supporto materiale, la coscienza ha una natura indipendente e non si esaurisce nella dimensione fisica.

  2. Perché l'intelligenza non può «attraversar la materia senza modellarsi su di essa»?
    Perché l’intelligenza umana si è sviluppata in relazione alla realtà fisica e si adatta ai suoi vincoli, modellandosi sulle strutture materiali per comprenderle e agire su di esse.

  3. In che senso una prospettiva filosofica fondata sull'intuizione «ci dà altresì più forza per vivere»?
    L’intuizione permette di cogliere la realtà nella sua autenticità, superando le rigidità del pensiero razionale, e offrendo una visione più profonda e vitale dell’esistenza.

  1. Che cosa intende l'autore con l'espressione «intellettualità»?
    Indica il modo di pensare basato sulla razionalità e sull’analisi logica, contrapposto all’intuizione, che coglie la realtà in modo diretto e immediato.

  2. Nel descrivere l'umanità l'autore utilizza una metafora poetica. Individuala e spiegane il significato in relazione alla sua prospettiva filosofica.
    Una delle metafore usate è quella dello slancio vitale come un flusso o un’onda che attraversa gli esseri viventi. Essa rappresenta la continuità della vita e la sua capacità di evolversi in direzioni sempre nuove.

  1. Esponi il tuo punto di vista sulla visione di Bergson, evidente nel brano letto, secondo cui tutti gli esseri dell'universo sono accomunati da un unico slancio vitale, che in essi si esprime in modi e con intensità differenti.
    L’idea che tutti gli esseri siano uniti da un’unica forza vitale suggerisce una visione dinamica e interconnessa della realtà. Questa prospettiva può essere affascinante perché sottolinea l’unità della vita, ma può anche suscitare interrogativi sul ruolo della volontà individuale e sulla possibilità di deviare da questo slancio naturale.

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