Domande pag. 436, 439, 441, 445, 448
Domande pagina 436, 439, 441, 445 e 448
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- Quali sono gli aspetti della scienza che Husserl non mette in discussione?
Husserl non mette in discussione i risultati concreti e l’efficacia tecnica delle scienze naturali (come la fisica, la chimica, la biologia). Riconosce i grandi progressi e il valore pratico delle scienze moderne, soprattutto per quanto riguarda la capacità di descrivere e prevedere fenomeni del mondo fisico in modo oggettivo e quantitativo. - Quale critica muove il pensatore alle scienze dello spirito?
Husserl critica le scienze dello spirito (come la psicologia, la sociologia, la storia) per il fatto che imitano il metodo delle scienze naturali, trascurando così l’esperienza soggettiva e il senso che i fenomeni hanno per la coscienza. Secondo lui, queste scienze non riescono a cogliere il fondamento originario del significato e dell’esperienza umana, perché dimenticano la coscienza e il suo ruolo costitutivo nella formazione del mondo e della conoscenza. - Perché secondo Husserl la filosofia rappresenta l'unico modo per affrontare la condizione di disorientamento del mondo contemporaneo?
Per Husserl, la filosofia è l’unica via per superare la crisi del mondo contemporaneo perché solo la filosofia fenomenologica è in grado di risalire ai fondamenti ultimi dell’esperienza e della conoscenza, recuperando il senso originario delle cose. In un mondo dominato dalla tecnica e dalla perdita di senso, la filosofia ha il compito di ritrovare il legame tra soggetto e mondo, tra coscienza e realtà, fornendo così un orientamento autentico per l’esistenza umana.
PAGINA 439
Quali sono i problemi che la scienza esclude dal proprio ambito di indagine?
La scienza moderna esclude questioni fondamentali come il senso della vita, i valori, la soggettività, la libertà, la coscienza e il rapporto tra l’uomo e il mondo. Si concentra solo su ciò che è oggettivamente misurabile, trascurando l’esperienza vissuta e il significato esistenziale.Che cosa è richiesto alle scienze dello spirito per salvaguardare la loro «rigorosa scientificità»?
Devono fondarsi su un metodo che tenga conto dell’esperienza soggettiva e della coscienza intenzionale, evitando di imitare acriticamente il metodo delle scienze naturali. Devono quindi recuperare il loro legame originario con la filosofia e interrogarsi sul senso profondo dell’esistenza umana.Husserl afferma che le mere «scienze di fatti» creano «meri uomini di fatto». Spiega che cosa intende con queste espressioni.
Intende dire che se ci si limita a studiare solo i fatti oggettivi, senza interrogarsi sul loro significato, si rischia di formare persone ridotte a semplici esecutori tecnici, incapaci di riflettere criticamente, eticamente o spiritualmente: uomini svuotati di interiorità e consapevolezza.L'autore parla della «miseria della nostra vita», in cui la scienza non ha più niente da dirci. A quali eventi fa riferimento?
Fa riferimento alla crisi culturale e spirituale dell’Europa, aggravata da eventi storici come la Prima Guerra Mondiale, che hanno mostrato come il progresso scientifico e tecnico non corrisponda a un vero progresso umano. La scienza si rivela impotente di fronte al dolore, al male e al disorientamento esistenziale.Nel brano emerge una critica non tanto alla scienza quanto alla sua assolutizzazione. Concordi con la prospettiva dell'autore a questo riguardo? Motiva la tua risposta.
Sì, concordo con Husserl. La scienza è fondamentale, ma non può rispondere a tutte le domande dell’uomo. Questioni come il bene, la giustizia o il senso dell’esistenza non possono essere risolte con formule matematiche o dati statistici. Senza una riflessione filosofica ed etica, la scienza rischia di diventare pericolosa o disumana.
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Qual è il senso che le scienze «continuano a recare in sé»?
Le scienze portano ancora dentro di sé il senso originario filosofico, ovvero la ricerca della verità e della comprensione profonda della realtà, che nasce dalla filosofia greca. Anche se oggi sembrano tecniche, sono nate come forme di sapere orientate al senso e alla verità.Le scienze vengono indicate dal filosofo come «rami della filosofia». Che cosa intende l'autore e perché si tratta di una considerazione significativa?
Intende che tutte le scienze sono nate da un’unica radice: la filosofia. Questa affermazione è importante perché implica che le scienze, per non perdersi in specializzazioni vuote, devono ritrovare il legame con la riflessione filosofica, che dà senso e orientamento.Che cosa «conferisce un senso a tutto ciò che si suppone essente»? Che cos'è il vero essere per Husserl?
È la coscienza intenzionale che conferisce senso a ciò che esiste. Il vero essere, per Husserl, non è ciò che esiste in sé, ma ciò che appare alla coscienza e viene vissuto soggettivamente. L’essere è quindi fenomenico e legato all’esperienza.Per Husserl nell'epoca moderna si assiste al crollo della fede nella ragione intesa come «episteme» contrapposta alla «doxa». Illustra il significato di questi termini.
Episteme (dal greco) significa conoscenza certa, fondata, tipica della scienza vera.
Doxa significa opinione, sapere incerto o soggettivo.
Husserl denuncia il fatto che la ragione moderna non è più una ragione che cerca l’episteme, ma è diventata tecnica, utilitaria, perdendo la sua dimensione critica e filosofica.
La crisi delle scienze viene accostata da Husserl alla messa in discussione della «ragione assoluta». Chiarisci questa affermazione, esplicitando se e perché condividi la posizione dell'autore.
Husserl critica il fatto che si sia persa la fiducia in una ragione capace di dare senso all'esistenza e di orientare l'uomo, riducendola a mero strumento tecnico. La ragione assoluta è quella che cerca il vero e il bene, che guida l’uomo nella sua totalità.
Condivido la sua preoccupazione: nel mondo contemporaneo, la tecnica domina ma non guida, e questo crea un vuoto di senso. Senza una visione più ampia e umana, la scienza non basta a risolvere i problemi fondamentali dell’uomo.
PAGINA 445
- In che cosa differisce l'epoché husserliana da quella scettica?
L’epoché husserliana non è un dubbio radicale come nello scetticismo, ma una sospensione del giudizio sull’esistenza del mondo per analizzare come esso appare alla coscienza. Non nega la realtà, ma la mette "tra parentesi" per studiarla nella sua modalità di apparizione soggettiva. - A quale aspetto della coscienza fa riferimento Husserl con il termine «intenzionalità»?Con intenzionalità, Husserl indica il fatto che ogni atto di coscienza è sempre coscienza di qualcosa. La coscienza non è mai vuota o isolata, ma è sempre diretta verso un oggetto, reale o immaginario.
- Come vengono intesi i "fenomeni" nella sua prospettiva filosofica?
I fenomeni non sono semplicemente ciò che appare, ma ciò che si mostra alla coscienza nel modo in cui viene vissuto. Sono l’oggetto dell’esperienza soggettiva, colto nella sua apparizione pura, senza presupposti. - Che cos'è per Husserl l'«io puro»?
L’io puro è il soggetto trascendentale, la coscienza che rimane dopo l’epoché, libero da ogni contenuto empirico. È il punto d’origine di ogni esperienza e significato, il centro dell’attività intenzionale che costituisce il mondo.
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- In che senso la fenomenologia è scienza descrittiva delle essenze?
La fenomenologia è una scienza descrittiva perché non spiega, ma descrive l’essenza delle esperienze così come si danno alla coscienza. Si concentra su ciò che è invariabile nei fenomeni, cercando le strutture fondamentali del vissuto. - Che cosa intende Husserl per «riduzione eidetica» del mondo?
La riduzione eidetica è un procedimento attraverso cui si passa dal caso concreto all’essenza di un fenomeno, astrarre il particolare per cogliere ciò che permane in tutti i casi possibili di quella esperienza. - Spiega che cos'è per Husserl il «mondo della vita» utilizzando le espressioni seguenti:
Il mondo della vita (Lebenswelt) è il mondo concreto e vissuto in cui ci muoviamo quotidianamente, fatto di emozioni, bisogni e relazioni con gli altri. È la base intersoggettiva da cui partiamo prima di ogni astrazione scientifica o categorizzazione teorica. È il mondo che ha senso per noi, in quanto lo viviamo con il nostro vissuto soggettivo.
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