Edmund Husserl

Edmund Husserl 

Edmund Husserl (1859-1938) è uno dei pensatori più influenti del Novecento e viene considerato il fondatore della fenomenologia, una corrente filosofica che ha profondamente influenzato la filosofia contemporanea. Il suo obiettivo principale era quello di riportare la filosofia a un terreno solido, certo, fondato sull’analisi rigorosa dell’esperienza. Per farlo, si oppose al relativismo e allo psicologismo, sostenendo la necessità di indagare la coscienza e i suoi contenuti in modo oggettivo e scientifico, ma da un punto di vista soggettivo, cioè a partire da ciò che si mostra direttamente all’esperienza.


Contesto storico e formazione

Husserl nacque in Moravia (oggi Repubblica Ceca) nel 1859 e studiò matematica, fisica e filosofia in Germania. Fu allievo di Franz Brentano, dal quale ereditò l’interesse per l’intenzionalità della coscienza (cioè il fatto che ogni atto di coscienza è sempre diretto verso qualcosa).

Inizialmente vicino alla logica e alla scienza, Husserl si allontanò presto dal positivismo e dal naturalismo, proponendo una via d’accesso alla verità che passasse attraverso un’analisi rigorosa dell’esperienza vissuta.

Le sue opere principali sono:

  • Ricerche logiche (1900-1901)

  • Idee per una fenomenologia pura e una filosofia fenomenologica (1913)

  • La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (1936)

Edmund Husserl – Teorie moderne dell'astrazione | Ontologismi
Edmund Husserl


Il rifiuto dello psicologismo

Nel suo primo grande lavoro, Ricerche logiche, Husserl attacca lo psicologismo, ovvero la tendenza a ridurre la logica e la conoscenza a semplici processi psicologici.

Per lui, la verità logica non può dipendere da come pensa la mente umana in un dato momento: i principi logici (come il principio di non contraddizione) sono validi in sé, non solo in relazione ai nostri stati mentali.

Husserl afferma che la filosofia deve distinguere tra ciò che è soggettivo e ciò che ha validità oggettiva, anche se viene esperito attraverso la soggettività.


La fenomenologia: "alle cose stesse!"

Il cuore del pensiero di Husserl è la fenomenologia, che definisce come uno “studio rigoroso della coscienza”. Il suo motto è:
 “Zu den Sachen selbst!” – “Alle cose stesse!”

Con questo, intende dire che bisogna tornare all’esperienza pura, prima delle interpretazioni, dei pregiudizi e delle teorie, per cogliere i fenomeni come realmente si presentano alla coscienza.

La fenomenologia non si occupa della realtà “esterna” in sé, ma di come essa appare alla coscienza, analizzando:

  • le strutture intenzionali della coscienza (cioè il fatto che ogni atto mentale è sempre "coscienza di qualcosa"),

  • e il modo in cui il mondo ci si  attraverso l’esperienza vissuta.


L’intenzionalità della coscienza

Riprendendo Brentano, Husserl afferma che ogni atto di coscienza è intenzionale, cioè è sempre rivolto a un oggetto (reale o immaginato).

Esempio:

  • Se penso a un albero, se immagino una montagna o se desidero un viaggio, la coscienza è sempre coscienza-di-qualcosa.

Questa struttura intenzionale permette di studiare l’esperienza non come fatto psicologico, ma come atto significativo, fondato su una relazione tra soggetto e oggetto.


L’epoché e la riduzione fenomenologica

Per analizzare la coscienza in modo puro, Husserl propone due passaggi fondamentali:

a. Epoché (sospensione del giudizio)

  • Significa mettere “tra parentesi” tutte le credenze sul mondo esterno, sospendendo il giudizio sulla sua esistenza oggettiva.

  • Non si nega che il mondo esista, ma si decide di non dare per scontata la sua realtà, per concentrarsi su come ci appare.

b. Riduzione fenomenologica

  • È il passaggio in cui si guarda l’oggetto solo come fenomeno, cioè come dato alla coscienza.

  • Non ci interessa se l’oggetto è reale, ma come si manifesta nell’esperienza.

Con questi strumenti, Husserl mira a fondare una scienza rigorosa della coscienza, libera da presupposti e da condizionamenti culturali o scientifici.


Il mondo della vita e la crisi delle scienze

Negli ultimi anni, Husserl riflette sulla “crisi delle scienze europee”, sostenendo che le scienze moderne hanno perso il contatto con la “vita concreta”.

La matematica e la fisica, pur essendo utili, hanno dimenticato che le loro astrazioni si basano sull’esperienza vissuta. La filosofia fenomenologica, al contrario, parte proprio dal mondo della vita (in tedesco Lebenswelt), il mondo così come lo viviamo ogni giorno, nella nostra esperienza immediata.

Husserl denuncia quindi:

  • La crescente astrazione delle scienze.

  • L’alienazione dell’uomo moderno.

  • L’esigenza di ritrovare un fondamento umano ed esistenziale del sapere.


L’eredità di Husserl

Husserl è considerato il padre della fenomenologia, e la sua influenza si estende a molte correnti del pensiero contemporaneo:

  • Martin Heidegger: fu suo allievo e portò la fenomenologia verso l’analisi dell’esistenza.

  • Jean-Paul Sartre e Maurice Merleau-Ponty: svilupparono la fenomenologia in chiave esistenzialista.

  • Paul Ricoeur, Emmanuel Lévinas, Hannah Arendt: si ispirarono al suo metodo per approfondire temi etici, politici e antropologici.

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