La Scuola di Francoforte

La Scuola di Francoforte

Contesto storico e nascita

La Scuola di Francoforte nasce in Germania negli anni ’20 del Novecento attorno all’Istituto per la ricerca sociale (Institut für Sozialforschung), fondato a Francoforte sul Meno nel 1923.

Il contesto storico è molto turbolento:

  • crisi della Repubblica di Weimar,

  • ascesa del nazismo,

  • disillusioni nei confronti del comunismo sovietico,

  • crescente dominio della tecnica, della massificazione e della cultura di massa.

Negli anni ’30, a causa della persecuzione nazista, molti membri dell’Istituto emigrano negli Stati Uniti, dove continuano a lavorare, per poi rientrare in Europa nel dopoguerra.

La Scuola di Francoforte - La Città Futura
La Scuola di Francoforte


Principali esponenti

I pensatori più noti della prima generazione sono:

  • Max Horkheimer

  • Theodor W. Adorno

  • Herbert Marcuse

  • Erich Fromm

  • Walter Benjamin (più marginale ma influente)

La seconda generazione sarà rappresentata soprattutto da:

  • Jürgen Habermas


Pensiero e obiettivi

La Scuola di Francoforte sviluppa una “teoria critica della società”, con lo scopo di analizzare e smascherare i meccanismi di dominio presenti nelle società moderne, specialmente capitaliste.

I punti centrali della loro riflessione sono:

Critica alla ragione strumentale

Horkheimer e Adorno denunciano la trasformazione della ragione in strumento tecnico, usata non per liberare l’uomo ma per controllarlo e addomesticarlo, soprattutto attraverso le istituzioni, i media e la cultura di massa.

Questa idea è al centro dell’opera “Dialettica dell’illuminismo” (1947), in cui mostrano come la razionalità moderna, nata per emancipare l’uomo, abbia prodotto nuovi strumenti di dominio (come il totalitarismo o la propaganda).

Industria culturale

Secondo Adorno e Horkheimer, la cultura non è più un mezzo di educazione e riflessione, ma è diventata un prodotto industriale, venduto per intrattenere e uniformare le coscienze. Cinema, musica pop, TV, ecc. non sono neutri, ma servono a mantenere il controllo sociale e a impedire la critica.

Alienazione e società repressiva

Herbert Marcuse, in L’uomo a una dimensione (1964), critica le società industriali avanzate (sia capitaliste che comuniste), che reprimono il pensiero critico. Gli individui diventano “a una dimensione”, cioè conformisti, passivi, adattati a un sistema che li illude di essere liberi.

Psicologia e società

Erich Fromm unisce marxismo e psicoanalisi, mostrando come il sistema economico influisca sulle strutture psichiche. In Fuga dalla libertà (1941), spiega perché l’uomo moderno, pur essendo formalmente libero, tende ad alienarsi e ad accettare il dominio (es. il fascismo).

Comunicazione e razionalità (Habermas)

Jürgen Habermas, esponente della seconda generazione, sviluppa una teoria della razionalità comunicativa: solo attraverso un dialogo libero e aperto si può costruire una società democratica autentica. Contrasta la visione tecnocratica e strumentale del sapere.

La Scuola di Francoforte ha rinnovato il pensiero marxista, criticando non solo l’economia, ma anche la cultura, la psicologia, la comunicazione, mostrando come il dominio si sia fatto più sottile e nascosto. Il suo messaggio è un invito a non lasciarsi assorbire dal sistema, ma a mantenere vivo il pensiero critico.


Opere principali:

  • Dialettica dell’illuminismo (Horkheimer e Adorno)

  • L’uomo a una dimensione (Marcuse)

  • Fuga dalla libertà (Fromm)

  • Storia e coscienza di classe (Lukács, ispiratore)

  • Teoria dell’agire comunicativo (Habermas)

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